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Accertamenti tributari (o fiscali): come funzionano e quante tipologie esistono?

Gli accertamenti tributari sono controlli effettuati dall'Agenzia delle Entrate per verificare la correttezza delle dichiarazioni dei redditi. Leggi qui.


Il sistema fiscale italiano si basa sul principio di autodeterminazione: ogni contribuente è responsabile del calcolo e del versamento delle imposte dovute. Per garantire il corretto funzionamento del sistema e contrastare l’evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate effettua accertamenti tributari, ovvero controlli volti a verificare la correttezza delle dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti.


Cos’è un accertamento tributario?


L’accertamento tributario è un procedimento amministrativo condotto dall’Agenzia delle Entrate per verificare la conformità del comportamento fiscale di un contribuente alla normativa vigente. Se a seguito dell’accertamento emergono irregolarità o omissioni, l’Agenzia delle Entrate emette un avviso di accertamento, con cui contesta al contribuente le violazioni riscontrate e richiede il pagamento delle imposte evase, oltre a sanzioni e interessi.


Tipologie di accertamento tributario


Esistono diverse tipologie di accertamento tributario, che si differenziano in base al soggetto controllato (persone fisiche o imprese) e al metodo utilizzato per la verifica:

Accertamenti sulle persone fisiche

  • Accertamento analitico: l’Agenzia delle Entrate analizza nel dettaglio la dichiarazione dei redditi, verificando la correttezza di ogni singola voce (redditi, deduzioni, detrazioni).

  • Accertamento sintetico: il reddito del contribuente viene ricostruito sulla base delle spese sostenute, utilizzando il cosiddetto “redditometro”. Questo metodo si basa sul presupposto che un elevato tenore di vita sia indice di una capacità contributiva non dichiarata.

Accertamenti sulle imprese

  • Accertamento analitico-contabile: viene verificata la correttezza della contabilità e la sua coerenza con la dichiarazione dei redditi.

  • Accertamento analitico-induttivo: si basa sull’analisi della contabilità, ma l’Agenzia delle Entrate può utilizzare anche presunzioni per determinare il reddito, purché siano gravi, precise e concordanti.

  • Accertamento induttivo-extracontabile: viene utilizzato in caso di gravi irregolarità contabili o di omessa tenuta delle scritture contabili. L’Agenzia delle Entrate può ricostruire il reddito prescindendo dalla contabilità.


Studi di settore e ISA


Fino al 2019, gli studi di settore erano uno strumento utilizzato per l’accertamento sulle imprese. Si trattava di un metodo statistico-matematico che, sulla base di dati settoriali, determinava un reddito “presunto” per ogni impresa.

Dal 2019, gli studi di settore sono stati sostituiti dagli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità), che misurano il grado di affidabilità fiscale delle imprese e dei professionisti.


Come difendersi da un accertamento tributario


Se si riceve un avviso di accertamento, è importante rivolgersi a un professionista (commercialista o avvocato tributarista) per valutare la fondatezza della contestazione e decidere come procedere. È possibile:

  • Presentare ricorso: impugnare l’avviso di accertamento davanti alla Commissione Tributaria Provinciale.

  • Definire la controversia: accedere a strumenti di definizione agevolata, come l’accertamento con adesione o la conciliazione giudiziale.

Gli accertamenti tributari sono uno strumento fondamentale per garantire l’equità del sistema fiscale e contrastare l’evasione. È importante che i contribuenti siano consapevoli dei propri diritti e doveri, e che si rivolgano a professionisti qualificati in caso di necessità.

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