L’altezza minima di un posto di lavoro si calcola al netto di eventuali ostacoli e ingombri. Le normative indicano misure e requisiti minimi. Cosa sapere.
Gli spazi lavorativi ben organizzati possono stimolare la produttività, ma soprattutto devono, per legge, tutelare la salute e il benessere dei lavoratori. Tra i requisiti obbligatori per garantire un ambiente di lavoro sicuro, l’altezza netta gioca un ruolo determinante nella libertà di movimento di un lavoratore all’interno dello spazio lavorativo.
Ma cosa significa realmente “altezza netta”, come si calcola e quali sono le regole da rispettare in un luogo di lavoro? Verifichiamo gli obblighi previsti dalla legge.
Quali caratteristiche deve avere un luogo di lavoro?
Un luogo di lavoro deve rispettare specifici requisiti di sicurezza e comfort per il benessere dei lavoratori. La normativa italiana indica i seguenti parametri:
spazi adeguati alla circolazione;
illuminazione corretta per evitare affaticamento visivo;
condizioni di ventilazione adeguate;
distanze minime tra i diversi elementi strutturali.
Ogni luogo di lavoro deve inoltre rispondere a criteri stabiliti dal Decreto Legislativo 81/08, che definisce le misure generali di sicurezza in ambito lavorativo. Tra queste, lo spazio del lavoro deve rispondere a adeguate altezze.
Cosa si intende per altezza di lavoro?
L’altezza di lavoro si riferisce allo spazio verticale all’interno del quale un lavoratore opera. Può riguardare i seguenti aspetti:
La distanza tra il pavimento e il soffitto all’interno di un ambiente chiuso.
Lo spazio verticale che un lavoratore deve coprire utilizzando attrezzature come piattaforme o bracci meccanici.
Per spazio verticale si intende “altezza netta”, ed è essenziale per garantire libertà di movimento e sicurezza durante le attività lavorative. Ma come si calcola? E di quanto dev’essere?
Cosa si intende per altezza netta?
L’altezza netta si riferisce alla distanza tra il pavimento e il soffitto di un ambiente di lavoro, misurata al netto di eventuali ostacoli o ingombri strutturali. In altre parole, è l’altezza effettivamente utilizzabile dagli occupanti.
Secondo la normativa, l’altezza netta interna deve essere sufficiente a garantire condizioni di sicurezza e benessere, specialmente in ambienti dove il personale trascorre molte ore. Ovviamente deve rispettare delle misure standard indicate dalle normative. Vediamo quali.
Quale altezza deve avere un ambiente di lavoro?
Secondo il Decreto Ministeriale del 5 luglio 1975, l’altezza netta minima di un ambiente di lavoro deve essere come segue:
3 metri per locali di nuova costruzione;
2,70 metri per uffici e ambienti già esistenti;
2,40 metri per depositi, magazzini e corridoi;
1 metro è l’altezza minima di un parapetto, con due correnti e arresto al piede di almeno 15 centimetri.
Tuttavia, queste altezze possono variare a seconda della destinazione d’uso dell’edificio e delle normative urbanistiche locali. In alcuni casi possono essere concesse delle deroghe, per specifiche categorie di edifici, purché siano garantiti altri parametri di benessere, come la ventilazione e l’illuminazione.
Come funziona per lo smart working?
La norma stabilisce che l’abitazione privata non è considerata un luogo di lavoro ai fini delle responsabilità del datore di lavoro, tranne nel caso di alloggi aziendali o di cantiere. Di conseguenza, anche per il lavoro da casa il domicilio del lavoratore è inviolabile, come da articolo 14 della Costituzione e non può essere soggetto a ispezioni senza specifiche autorizzazioni legali.
Il datore di lavoro è responsabile solo della manutenzione e del corretto funzionamento degli strumenti tecnologici forniti ai lavoratori per l’esecuzione delle loro mansioni a distanza, da casa, garantendo che questi dispositivi siano sicuri e idonei per lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Tuttavia, la regolamentazione del lavoro da casa è ancora un percorso in evoluzione, nel frattempo sono state introdotte nuove sfide rispetto alla conformità degli spazi lavorativi. Sebbene le regole per l’altezza netta non siano sempre strettamente applicabili a un ambiente domestico (e di fatto, non verificabili), è comunque consigliabile organizzare lo spazio in modo da garantire il comfort e la sicurezza anche a casa. Per esempio:
evitando ambienti troppo bassi o angusti
verificando che ci sia una buona illuminazione naturale
utilizzando mobili ergonomici per favorire la postura corretta durante le ore di lavoro.
A prescindere dai consigli e dalle indicazioni normative, l’altezza netta di un luogo di lavoro, così come altri aspetti dell’ambiente, è fondamentale per garantire sicurezza e produttività. Anche in contesti di smart working, rispettare alcune di queste regole può contribuire in positivo al benessere di chi sceglie le comodità del telelavoro.
Comments